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Sabato scorso a Solarussa, Casa Sanna, nell'ambito della XII edizione di terre di confine filmfestival è stato proiettato l'ultimo lungometraggio del regista sardo Bonifacio Angius, 'Ovunque proteggimi'. E' seguito un incontro con Alessandro Gazale, attore protagonista del film, con grande affluenza di pubblico in sala.
Bonifacio non ha potuto essere presente e ci ha inviato questo saluto:

"Mi dispiace moltissimo non essere li con voi ma sono molti mesi in giro per l'Italia, l'Europa e il Mondo a mostrare 'Ovunque proteggimi' alle persone, e devo dire che sono molto felice di quello che il film sta trasmettendo.
Sono ritornato pochi giorni fa, e mio figlio Antonio, che vedrete anche nel film, e che io non vedevo da un po' di tempo, aveva una partita in trasferta a Castelsardo. Quasi un sfida scudetto a cui non potevo mancare. Hanno perso quattro a zero ma continuano ad essere un punto sopra, quindi ancora non siamo messi male, e dovremo riuscire comunque a rimanere in zona champions.
E poi lì con voi avete Alessandro Gazale, il che è molto meglio che avere me. Almeno saprete tutta la verità. Conoscerete tutte le malefatte che ho dovuto compiere per portare a termine questo film.
Poi ho pensato al significato del nome del vostro festival, terre di confine, e i miei pensieri hanno cominciato a frullare. Molto spesso il termine “confine” puo' essere associato al termine “margine”. E i miei personaggi, molto spesso, per faciloneria, sono considerati e visti come marginali. Ma siccome Alessandro e Francesca sono parte di me stesso, allora anch'io dovrei sentirmi marginale? dovrei sentirmi al confine? Invece io al confine non mi ci sento per niente. Bisognerebbe rivedere l'etimologia del termine “marginale”.Perché per me chi calpesta le strade del mondo e conosce la sofferenza, come fanno i personaggi del mio film, è tutt'altro che marginale, ma in realtà è il vero centro del mondo.

Mentre chi vive con il fondoschiena al caldo del salotto, incurante di quello che avviene oltre la punta del suo naso, potrebbe essere più emarginato di quel che crede. L'individuo borghese affetto da analfabetismo di ritorno, che guarda gli altri dall'alto verso il basso, e che non conosce più il concetto di verità, domina il nostro tempo.
E se oggi c'è qualcosa di confinato o di emarginato è proprio la verità, che non è solo una, ma molteplici, infinite verità.

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Quest'anno avremo ospite per la seconda volta la facoltà di Comunicazione e Linguaggi dell'audiovisivo dell'Università di Medellín. Il corso, iniziato nell'agosto 2002, è stato accreditato nel 2012 dal Ministero della pubblica istruzione. Dal 2002 sono stati avviati processi di formazione legati alla produzione di cortometraggi di fiction e documentari, che hanno portato a risultati eccellenti in termini di premi e selezione in diversi festival nazionali e internazionali. Durante il processo di costruzione dei cortometraggi, gli insegnanti che guidano i gli allievi forniscono un tutoraggio permanente e consigli per la costruzione dei loro lavori.
In questa edizione di terre di confine filmfestival, Alejandro Alzate Giraldo, professore di documentario, sarà presente per la seconda volta al festival portandoci una selezione dei corti realizzati dagli allievi che vedremo in loop su un monitor appositamente predisposto.
Alzate contribuirà inoltre alla riuscita del festival, con la sua presenza agli incontri col pubblico di Asuni (come l'aperitivo cinematografico sul documentario insieme a José María González, Francisco Hervé, ed Enrico Pitzianti) , e rappresentando il Festival del Cinema di Santa Fe di Antioquia che da quest'anno sarà gemellato con terre di confine filmfestival.
La cerimonia di gemellaggio è prevista per il 15 marzo alle 16,30 al Museo dell'Emigrazione di Asuni. L'evento è realizzato in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission, che approfitterà della presenza del regista per assisterlo in una 'due giorni' di location scouting alla scoperta delle location dell'isola.

Nelle foto, Alejandro Alzate Giraldo nella sua attività di docente.

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