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Sette temi per 'Garras de Oro': intervista ad Andrea Granitzio sulla musicazione del film muto per terre di confine filmfestival

Il 16 marzo scorso ad Asuni, nel MEA - Museo dell'Emigrazione, terre di confine filmfestival XI edizione ha presentato la pellicola restaurata del film muto 'Garras de Oro' di P. P. Jambrina (Colombia/1926/56'). La proiezione della pellicola, con intertitoli in italiano realizzati appositamente per il festival, è stata accompagnata dalla musicazione composta ed eseguita dal vivo da Andrea Granitzio.
Ciò è stato reso possibile grazie alla concessione della pellicola restaurata da parte di Fundación Patrimonio Fílmico Colombiano; la registrazione delle nuova colonna sonora di Andrea Granitzio sarà in cambio disponibile per nuove proiezioni ed eventi che Fundación Patrimonio Fílmico Colombiano vorrà organizzare.

Abbiamo rivolto quattro domande ad Andrea Granitzio:

D. Puoi presentarci brevemente la tua persona, il tuo lavoro e Indòru, la 'boutique del suono' di cui fai parte?

R. Ho appena compiuto 44 anni, la grandissima parte dedicata a studiare musica e composizione.

Mi sono formato tra Cagliari, dove ho studiato prima violoncello e poi pianoforte, classico/jazz, e Birmingham (UK) dove ho frequentato un Master in Composizione e poi conseguito un Dottorato di ricerca in composizione/musica contemporanea con una tesi sulla integrazione del suono delle Pietre Sonore del Maestro Scultore Pinuccio Sciola, con cui ho la fortuna di intrecciare uno scambio preziosissimo.

Durante il PhD ho svolto un visting research project a Chengdu, presso il Sichuan Conservatory of Music, in Cina, dove ho intrecciato legami con tanti musicisti e compositori.
Scrivo musica da “sempre”. Al Conservatorio di Cagliari circa 15 anni fa ho incontrato Emanuele Contis con cui abbiamo fondato un quartetto di jazz - Àghera, inciso musica originale e suonato in tanti festival.
Nel 2016 è nata Indòru - Boutique del Suono, una società basata su una passione comune: la musica per immagini.
L’idea era nell’aria da tanto tempo: ha preso forma quando Emanuele, dopo aver concluso il Master Degree al Berklee College of Music in Scoring for Film, TV and Video Games è tornato da Valencia con l’obiettivo di fondare una vera e propria company insieme ad Alessandro Coronas, compositore esperto in musica procedurale, con all'attivo collaborazioni con grandi case di produzioni di videogames. La nostra idea è di cucire su misura musica addosso alle immagini di chi abbia un progetto visivo: cinema, documentari, pubblicità, installazioni e paesaggi sonori, utilizzando il suono nelle sue implicazioni musicoterapeutiche e neuroscientifiche. Ogni progetto è per noi unico perché porta con se un proprio carico di significato ed emozioni. Per questo scriviamo ogni volta musica ex-novo. Cosi come fa il sarto quando deve fare un abito su misura. Non a caso Indòru in lingua sarda vuol dire abbellimento: è il dettaglio che caratterizza - e rende unico - un vestito.

D. Il film muto 'Garras de oro' è del 1926, e non è stata recuperata alcuna partitura o indicazione del regista Alfonso Martínez Velasco in merito alla musica destinata ad accompagnarlo. In che modo hai strutturato la tua composizione originale per pianoforte?

R. Quando Marco Antonio Pani [direttore artistico della XI edizione di terre di confine filmfestival] mi ha contattato per la prima volta, mi ha proposto di rivisitare una delle colonne sonore che circolano su youtube e mi ha mandato la relativa partitura orchestrale. In linea con quanto ci piace fare di solito, il primo ascolto/prima visione del film è servito a prendere le misure delle immagini e capire che tipo di messaggio il regista volesse comunicare.
Ho approfondito la storia e fatto un po' di ricerca sulla genesi del film, dopodichè ho iniziato a lavorare sulle microstorie che legano i personaggi e pensato di comporre per l’occasione una suite tematica che le potesse legare.

D. Hai ripensato o riutizzato materiali dell'epoca, accostando e contaminando stili e generi diversi? Hai attinto a brani di musica popolare o musica 'colta' per situazioni speciali ? O te ne sei distaccato completamente?

R. Dal punto di vista funzionale, ho pensato alla colonna sonora come (probabilmente) avrebbe fatto un pianista degli anni del film muto: con un suono sempre presente dall’inizio alla fine della pellicola, ma con un approccio armonicamente più “moderno” e talvolta melodicamente minimale. Le scene più importanti della prima parte del film si snodano intorno al World Journal e in alcuni club e circoli. La seconda e terza parte invece più all'aperto, ho quindi caratterizzato gli ambienti in funzione degli spazi e degli umori dei personaggi, tra inseguimenti e colpo di scena finale. La parte conclusiva, la “liberazione” del Canale di Panama, invece riprende il motivo dell’Inno nazionale colombiano, cosi come nella colonna sonora che ho sentito per la prima volta.

D. Nella tua composizione usi temi musicali ricorrenti, leitmotif associati a specifici personaggi come ad esempio Berta e Patterson?

R. Il film ruota intorno alla storia d’amore tra Paterson e Berta. È venuto spontaneo scrivere un tema per loro, per seguire le evoluzioni del loro incontro nel corso delle vicende del film. Lo stesso tema pertanto assume sfumature diverse e ritorna per caratterizzare i momenti di malinconia di Berta e le scene in cui riceve lettere con notizie di o su Patterson. I temi scritti per il film sono sette e si intersecano in funzione dell’intreccio dei personaggi e del luogo in cui si trovano durante il film.

D. Come compositore, esecutore e organizzatore di eventi musicali, quale ruolo vedi per il cinema muto con accompagnamento dal vivo nell'ecosistema degli spettacoli in Sardegna?

R. La prima volta che mi è capitato di accompagnare un film muto, anzi una serie di pellicole dell’Istituto Luce, restaurate dalla Cineteca di Bologna, credo fosse il 2003, proprio con Emanuele Contis al Sax, al teatro di Tortolì.
Ho poi avuto diverse altre occasioni di svolgere questo tipo di lavoro, in particolare, di recente, a Sant’Antioco per il Festival Passaggi d’Autore - Intrecci Mediterranei, di nuovo in collaborazione con la Cineteca di Bologna.
Musicare film muti è una bellissima esperienza, lascia spazi per creare nuove musiche e sottolineare l’espressività degli attori, che - proprio per la mancanza di sonoro - è quasi esasperata. È come se il musicista potesse aiutare gli attori a portare il fardello della recitazione, condividendo l’onore/onere di porgere agli spettatori le emozioni della storia che interpretano. La mia visione, da compositore e musicista, non può che essere positiva. Queste iniziative dovrebbero proliferare: avvicinano gli spettatori a un cinema ricco di fantasia e poesia, che rischia di andare perduto.

(intervista a cura di Carla Caprioli)

*  *  *

La regia del film 'Garras de Oro' è attribuita a "P. P. Jambrina", pseudonimo usato da Alfonso Martínez Velasco, che divenne sindaco di Cali tra il settembre 1930 e il settembre 1931. La storia si svolge nel 1914, la data dell’appropriazione da parte degli Stati Uniti del Canale di Panama. Un cittadino americano, insieme a un gruppo di cittadini colombiani, difende gli interessi sovrani della Colombia sul canale opponendosi alle intenzioni del governo degli Stati Uniti. Alcuni episodi narrano la conquista di Panama in modo metaforico con personaggi come lo Zio Sam, che ruba il canale della mappa della Colombia e inclina la bilancia della giustizia con borse piene di denaro (25 milioni di dollari, allusione al denaro dato dal governo degli Stati Uniti alla Colombia come risarcimento per la perdita di Panama grazie al trattato Urrutia-Thomson).
Il film è una feroce critica della politica degli Stati Uniti nei confronti dell'America Latina: in particolare, si concentra sul sostegno dato dagli Stati Uniti ai separatisti panamensi, che hanno portato alla separazione dalla Colombia dell'ex ‘Dipartimento dell'Istmo’. L'intertitolo d'apertura del film recita: "Questo film-romanzo è inteso a proteggere dall'oblio della memoria un episodio importante della storia moderna, che per volere del caso è diventata la prima pietra di una frana che ha distrutto il nostro stemma e ha colpito le nostre aquile". Si ritiene che tutti gli attori e il personale coinvolti nel film abbiano impiegato pseudonimi per evitare le conseguenze di ciò che nel 1926 era ancora un tema molto scottante in Colombia. Il film è stato censurato dal governo colombiano alla sua uscita. Successivamente è scomparso dalle proiezioni pubbliche e per decenni si riteneva perduto. Fu ritrovato e restaurato dalla Fundación Patrimonio Fílmico Colombiano, anche se sono stati trovati solo l'inizio e la fine del film, e tre rulli di girato. La versione restaurata è stato proiettata a New York nel 2008, seguita da una seconda proiezione al Festival Internazionale del Cinema di Guadalajara nel 2009. Da allora il film è stato definito “il primo film antimperialista”. (Fonte: Wikipedia)

Schermata 2018 04 14 alle 12.54.43Crediti delle foto qui sopra: 1. La proiezione con musicazione ad Asuni: foto di Alessandro Mirai. 2. Andrea Granitzio: foto di Giuseppe Tamponi. 3. e 4. Alcune immagini dello spartito della composizione di Andrea Granitzio. 4. e 5. La proiezione: foto di Alessandro Mirai. 6. e 7. La proiezione: foto di Marco Antonio Pani. 8. e 9. Andrea Granitzio al piano e con Marco Antonio Pani.

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