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Una maratona di 48 ore di film finlandesi, dai classici ai contemporanei, è partita il 24 novembre al Tallinn Black Nights Film Festival, in Estonia. Nel quadro delle celebrazioni per il centenario dell’indipendenza della Finlandia, Tallinn è ora tappa dello speciale tour dedicato al cinema,“Finland 100 Years – Through the Eyes of Cinema”, una selezione di film cult finlandesi a cura del Midnight Sun Film Festival di Sodankyla. Grazie alla collaborazione con la direttrice del festival di Tallinn Tiina Lokk-Tramberg, lo staff del Midnight Sun Film Festival ha potuto organizzare al cinema Kinomaja anche una full immersion in atmosfere finlandesi, con una sauna mobile, un 'Finnish Underground Bar', musica dal vivo con il gruppo Poutahaukat (la band che suona nel film ‘The other side of hope’ di Aki Kaurismäki), sessioni di karaoke e ballo con vecchi hit finlandesi, come il tango degli anni Sessanta.

L'XI edizione di terre di confine filmfestival sarà dedicata, o meglio, ispirata dal fiume. Un confine liquido e ramificato e come tale non solo confine ma anche e soprattutto via di comiunicazione, punto di incontro di culture, di tradizioni, di specie, di idee, di conoscenza, di merci, di popoli. Il fiume elemento geografico che sa accomunare esperienze di luoghi diversi e distanti. Il fiume confine, limite, separazione e al tempo stesso, paradossalmente, luogo dell’assenza di confini, nel bene e nel male. Il fiume luogo dell’acqua e quindi della vita e della magia. Ispirati da questo tema abbiamo quindi scelto di dedicare quest’anno la rassegna cinematografica a un territorio con una cinematografia “di confine”, “resistente e nuova” ma che abbia un rapporto forte, a livello culturale, sociale ed iconografico, col fiume: la Colombia.

La Colombia, attraversata da cinque grandi corsi d’acqua e bagnata dall’Oceano che unisce fiumi e terre è appunto un paese dai tanti confini e dagli infiniti contrasti.

Nella foto, il regista Marco Antonio Pani (riproduzione per gentile concessione di SardiniaPost 2017)

Il progetto di terre di confine filmfestival XI edizione (2017-2018) è stato finanziato dalla Regione Sardegna nell'ambito dei “Contributi per la promozione della cultura cinematografica – “Festival” (si veda la lista dei progetti finanziati pubblicata nei giorni scorsi sul sito della Regione).
Presto sarà online il programma del festival con le date, i luoghi, i film, gli ospiti e gli eventi collaterali della manifestazione. Come già annunciato, il paese ospite quest'anno è la Colombia, e il progetto si avvale della direzione artistica di Marco Antonio Pani.
Sassarese di nascita e cagliaritano d’adozione, in attività dal 1992, Marco Antonio Pani  è regista, sceneggiatore, montatore e docente di regia cinematografica. La sua poetica affianca l'interesse storico ed etnografico per la cultura sarda ai linguaggi e ai temi della contemporaneità. Nel 2016, con il corto "etno-geo-surreale" Maialetto della Nurra si è aggiudicato il premio della giuria tecnica e quello del pubblico della FICC al Sardinia Film Festival.

È coautore con Paolo Carboni di Capo e Croce, le ragioni dei pastori (lungometraggio documentario, 'miglior film italiano' al Cinemambiente 2014). Il suo corto Panas, del 2006, è ispirato a leggende sarde sulle donne morte di parto.Tra le sue opere, i cortometraggi Chinotto e Las Puertas del mundo niño (parte prima - parte seconda) e alcune decine di documentari (fra cui la docufiction Els pintors catalans a Sardenya e il biopic Arturo torna dal Brasile).

courtesy Sergio Bonelli ed., 'Mister No' dic. 1977, nn. 30-31, A. Castelli (sogg. e scen.) – F. Bignotti (dis.); intervento terre di confine filmfestival

(courtesy Sergio Bonelli editore, 'Mister No' dic. 1977, nn. 30-31, A. Castelli (sogg. e scen.) – F. Bignotti (dis.); intervento terre di confine filmfestival).

Hernán Méndez Alonso, attore di cinema, teatro e televisione, è uno dei protagonisti di El silencio del rio (Colombia, 2015), primo lungometraggio del regista Carlos Tribiño Mamby. Premiato in festival europei e sudamericani, il film verrà proiettato in première alla prossima edizione (XI) di terre di confine filmfestival, alla presenza del regista.

In questa intervista del gennaio 2017, Hernán Méndez Alonso racconta come il mestiere di attore gli abbia consentito di proseguire un percorso di indagine socio-antropologica. La messa in atto di differenti punti di vista e l'impersonificazione di diversi esseri umani si unisce al divertimento della recitazione e della messa in scena. L'arte come fonte di conoscenza, il cammino più chiaro per incontrare l'esistenza.

Nato a Bogotà nel quartiere di La Candelaria nel 1956, Hernán Méndez Alonso ha iniziato la sua formazione con studi di sociologia, poi abbandonati per entrare alla Escuela Distrital de Teatro de Bogotá e quindi alla Escuela Nacional de Arte Dramático. Nel 1985, con una quarantina di attori, è stato selezionato per formare la prima “Compañía Nacional de Teatro” colombiana, diretta da Paco Barrero. Ha recitato Molière, Dostoevskij, Tennesse Williams, Fernando Arrabal e Shakespeare; in televisione ha partecipato a molte produzioni in lingua spagnola. Per il cinema è stato diretto da Jorge Ali Triana, Pawel Noviski, Juan C. Moyano, Fernando Paut, Héctor Naranjo, Andi Baiz, Paco Barrero e Rubén Mendoza (il cui corto La Cerca è stato selezionato al Festival di Cannes nel 2003).

L'intervista è stata originariamente pubblicata su youtube da Nelson David Rodriguez Tequia, che ringraziamo.

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